Tecnologia innovativa per salvare il pianeta

Il fondo stradale durante il giorno assorbe una enorme quantità di calore, per questo si sta pensando alla sostituzione dell’asfalto con dei pannelli innovativi.

Brusaw sta lavorando alla messa a punto di pannelli di circa 10 metri quadri l’uno, da unire tra loro mediante un sistema di giunture. Con sole 4 ore di illuminazione giornaliera ogni pannello potrebbe fornire 7,6kWh di energia che potrebbe essere immessa sulla rete elettrica o immagazzinata. Ogni pannello dovrebbe costare circa 8.000 euro: 4 volte il costo della normale asfaltatura. Ma si risparmierebbe sulla segnaletica: i pannelli potrebbero ospitare un sistema di led da utilizzare per comporre scritte e indicazioni variabili direttamente sul fondo stradale.

Brusaw e i suoi collaboratori si sentono molto ottimisti e sostengono che se l’intera rete stradale statunitense, circa 120.000 Km2, fosse coperta con questi pannelli, potrebbe produrre in un anno oltre 13.000 miliardi di kWh di energia elettrica: 3 volte il consumo dell’intero paese.
Ma è davvero possibile costruire dei pannelli fotovoltaici in vetro capaci di sopportare il passaggio di autobus e camion? Il vetro può essere temperato fino a renderlo duro come l’acciaio, ma la vera sfida è renderlo resistente allo schiacciamento. Brusaw è convinto di poterlo realizzare utilizzando tecnologie simili a quelle impiegate per la costruzione dei vetri anti-proiettile. Si potrebbe per esempio stendere un sottile film di materiale fotovoltaico su una lastra di plastica flessibile e poi laminare il tutto su un robusto strato di vetro indurito.

RUVIDO COME IL VETRO?
E l’aderenza? Il vetro per essere resistente deve essere il più liscio possibile, ma come la mettiamo con la sicurezza del traffico? Secondo Brusaw il problema potrebbe essere risolto inserendo migliaia di microprismi sintetici sulla superficie del vetro: fornirebbero alle gomme delle auto la necessaria aderenza e aiuterebbero a catturare e indirizzare la luce del Sole. Ma come la mettiamo con olio, polvere, pezzi di gomma e sporcizia varia prodotta dal passaggio delle auto? Non rischierebbe di compromettere l’efficacia e la resa del pannelli?
Lo scopriremo tra qualche anno, quando l’ingegnere americano avrà ulteriormente sviluppato la sua idea che al momento è solo un prototipo.

 

Fonte: www.focus.it